Il progetto consiste in un percorso attivato al Pronto Soccorso dell'ospedale di Mantova per accogliere e sostenere le donne vittime di violenza fisica e psicologica. Il progetto, che vede la partecipazione del Ministero Pari Opportunità, prevede accorgimenti per garantire la riservatezza, formazione degli operatori e interventi sinergici sul territorio. I dati parlano chiaro: nel 2013 almeno una donna al giorno si è presentata al Carlo Poma per denunciare una violenza o un maltrattamento. I numeri mantovani, presentati a congressi nazionali, si allineano con quelli raccolti da altri centri nel nord e centro Italia. Si registra un caso al giorno nel Mantovano.
L'iniziativa è stata illustrata dall'assessore regionale alle Pari Opportunità Paola Bulbarelli nella Direzione Generale del Poma. Sono intervenuti tra gli altri: per l'Azienda Ospedaliera il direttore generale Luca Stucchi, il direttore amministrativo Anna Gerola, il direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza Mario Luppi e il medico referente del progetto Angela Furini; il direttore sanitario Asl Maurizio Galavotti, il sindaco di Mantova Nicola Sodano. La partecipazione al Bando del Ministero delle Pari Opportunità è stato lo stimolo per dare vita a un piano formativo culminato nella realizzazione del percorso aziendale dedicato alle vittime di violenza di genere.
Questo percorso mette al servizio della donna e del suo contesto familiare e culturale risorse propriamente aziendali, nonché l' attivazione di sinergie territoriali. Il percorso formativo è iniziato nel 2013 con lo scopo di attivare una serie di azioni coordinate in supporto delle vittime di violenza e maltrattamento. Il territorio in cui si inserisce il progetto è quello della provincia di Mantova. Si tratta di un territorio che vede mettere in campo notevoli sforzi per contrastare la violenza sulle donne, un fenomeno serio e diffuso anche nella provincia virgiliana.
Secondo i dati fomiti dal Telefono Rosa di Mantova negli ultimi tre anni, è stata dato ascolto 360 donne tra i 35 e i 60 anni con problemi di violenza in ambito familiare (più del 70%) che spesso si manifesta sotto più forme contemporaneamente: violenza fisica, psicologica, economica, sessuale. Le donne che la subiscono appartengono a ogni classe sociale e a ogni fascia di età e hanno difficoltà a denunciare le violenze che subiscono: per vergogna, perché le umiliazioni subite e la paura che la violenza si ripeta annientano l'autonomia e l'autostima e per timore del giudizio sociale.
La violenza sulle donne, soprattutto quella domestica, viene legittimata e rimane circondata da omertà, silenzio e luoghi comuni. Questa dinamica è particolarmente vera per il territorio di riferimento, in cui può accadere che la vittima, l'aggressore e l'operatore sanitario si conoscano, con gli evidenti impatti emotivi (per l'operatore stesso) e le resistenze (per la vittima) che questo comporta.
Il progetto ha coinvolto i professionisti del Dipartimento Emergenza-Urgenza e del Dipartimento Matemo-Infantile prevedeva due fasi: percorso formativo e implementazione della procedura per la gestione delle donne vittime di violenza nelle strutture di Pronto Soccorso dell'Azienda ospedaliera Carlo Poma. A conclusione dell'iter la procedura prevede la possibilità di ricovero precauzionale e la possibilità di affido diretto alle associazioni territoriali.