E’ stata inaugurata martedì 4 settembre la mostra Marc Chagall come nella pittura, così nella poesia, a cura di Gabriella Di Milia, in collaborazione con la Galleria Statale Tret’jakov di Mosca, promossa dal Comune di Mantova e organizzata e prodotta con la casa editrice Electa.Rimarrà aperta fino al 3 febbraio 2019.
Sono esposte oltre 130 opere tra cui il ciclo completo dei 7 teleri dipinti da Chagall nel 1920 per il Teatro ebraico da camera di Mosca che rappresentano il momento più rivoluzionario e meno nostalgico del suo percorso artistico.
I 7 pannelli, tempere e gouache su tela di grandi dimensioni (tra cui Introduzione al Teatro ebraico, 284 x787 cm), costituiscono un prestito eccezionale della Galleria Statale Tret’jakov di Mosca, di assai rara presenza in Italia. Furono presentati a Milano nel 1994 e a Roma nel 1999, dopo le esposizioni del 1992 al Guggenheim di New York e del 1993 al The Art Institute di Chicago.
Una selezione di opere emblematiche (dipinti e acquerelli) di Marc Chagall degli anni 1911-1918 completa l’allestimento immersivo del Teatro ebraico, insieme a una serie di acqueforti eseguite tra il 1923 e il 1939, tra cui le illustrazioni per le Anime morte di Gogol’, per le Favole di La Fontaine e per la Bibbia.
La mostra inaugura a Mantova, in concomitanza con Festivaletteratura, negli spazi restaurati di Palazzo della Ragione. “Senza bellezza non c’è civiltà - ha affermato il sindaco di Mantova Mattia Palazzi -. Per questo Mantova è tra le città che in Italia sta investendo di più per recuperare il patrimonio comune, che è la nostra storia, l’identità e il futuro della città. Ed è un patrimonio dell’umanità intera”.
L’esposizione dedicata al pittore che, insieme a Picasso e Robert Delaunay, ha forse ispirato il maggior numero di poeti, scrittori e critici militanti del Novecento è accompagnata da un catalogo edito da Electa. Il volume, oltre a restituire le influenze e contaminazioni artistiche e culturali che Chagall assorbì vivendo a Vitebsk, San Pietroburgo, Parigi e Mosca, racconta la fascinazione che il pittore russo esercitò su poeti, artisti, letterati dell’inizio del secolo scorso. Una antologia di scritti, molti dei quali mai tradotti in Italia di autori quali Guillaume Apollinaire, Blaise Cendrars, Paul Eluard, Ricciotto Canudo, Kurt Schwitters, Lionello Venturi, James Johnson Sweeney, Vladimir Nabokov, Pieyre de Mandriargues e Maria Luisa Spaziani.
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