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La Giornata della Memoria rimane attuale

L'intervento del sindaco Palazzi alla cerimoniaSabato 27 gennaio sono stati numerosi gli eventi istituzionali che hanno caratterizzato la Giornata della Memoria a Mantova. Alle 9.30 dalla stazione ferroviaria al binario 1 è stato ricordato il simbolo di morte che accomuna Shoa e Porrajmos, lo sterminio degli ebrei e la persecuzione razzista subita dai sinti e dai rom. Sono intervenute le autorità cittadine, il Prefetto Sandro Lombardi, il Questore Salvatore Pagliazzo Bonanno, il presidente della Provincia Beniamino Morselli, l'assessore comunale Andrea Caprini, oltre ai rappresentanti della Comunità Sinta e Rom mantovana per la commemorazione del Porrajmos, la devastazione, che in Europa ha fatto cinquecentomila vittime tra le popolazioni sinte e rom. Alla cerimonia, accompagnata dalle canzoni della tradizione nomade, hanno partecipato anche ragazzi della Consulta provinciale degli studenti, le associazioni combattentistiche e d'Arma e cittadini.

Alle 11.30 nella sinagoga di via Govi si è tenuto un altro significativo momento istituzionale. All’incontro, oltre al sindaco Mattia Palazzi, al presidente della Provincia Morselli, al presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti e alle autorità cittadine, sono intervenuti il vescovo Marco Busca, mentre il presidente della Comunità Ebraica Mantovana Emanuele Colorni ha letto i nomi dei 104 ebrei mantovani deportati, tra essi 42 dalla città, dei quali solo 5 fecero ritorno dai campi di sterminio nazisti. Dopo aver citato le parole di Primo Levi, Colorni ha espresso un accorato appello alla convivenza pacifica tra le comunità e un auspicio perché la memoria possa nutrire un forte impegno nel presente destinato ad assicurare un futuro alle nuove generazioni.

Nel pomeriggio alle 17,30 al Campiani, in via Conciliazione 33, è stata organizzata la cerimonia istituzionale commemorativa in una sala gremita con gli interventi del sindaco Palazzi, del presidente del consiglio comunale Allegretti e del presidente della Provincia Morselli. E’ stata molto applaudita la prolusione del professor Frediano Sessi dal titolo “Gli esecutori dello sterminio: uomini comuni?” di fronte ai consiglieri comunali e provinciali. La lezione dello studioso ha proposto una serie di riflessioni di notevole impatto sul come e perché siano maturate le condizioni che hanno determinato lo sterminio su base razziale e di identificazione del "diverso" da parte di un sistema che progressivamente aveva coltivato l'utopia del rinnovamento dell'Europa attraverso una totale "purificazione". Un processo che ha saputo sedurre anche grandi scienziati e intellettuali del tempo, fondamentalmente sorretto anche dall'indifferenza. Temi, ha ricordato il sindaco Palazzi, che mantengono una forte attualità e che è giusto ricordare per mantenere viva la memoria e trasferirla alle nuove generazioni.

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