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A Palazzo Soardi il Convegno “Ma dove vanno le persone con disabilità” In evidenza

Preparare e accompagnare i figli con disabilità verso un percorso di vita indipendente e creare le condizioni per un progressivo distacco dal nucleo famigliare di origine, questi sono stati i temi al centro del convegno che si è svolto sabato 9 ottobre, nella Sala degli Stemmi di Palazzo Soardi, dal titolo “Ma dove vanno le persone con disabilità”. L’iniziativa è stata promossa da La Sfida, associazione nata nel 2019 per volontà di un gruppo di genitori di persone adulte con disabilità, con il patrocinio del Comune di Mantova e il sostegno di Fondazione Bam e Fondazione Comunità Mantovana Onlus.

I saluti iniziali sono stati da parte della Ministra per la Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti e del sindaco di Mantova Mattia Palazzi, i quali hanno sottolineato che il “desiderio” del tema trattato costituisce un diritto, sancito dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità (2009) e sostenuto dalla legge 112/2016, cosiddetta del “Dopo di noi”, e che “sul territorio mantovano si sta facendo molto sui versanti dell’abitare e dell’autonomia”. Palazzi ha ricordato che Mantova è tra le prime città in Italia per interventi messi in campo sulla disabilità e che l’Amministrazione ogni anno investe un milione di euro in più su questo versante.

Poi sono intervenuti l’assessore al Welfare del Comune di Mantova Andrea Caprini e la presidente dell’associazione La Sfida Donatella Bertelli. Tra i relatori principali Marco Bollani (formatore dell’associazione La Sfida) e Riccardo Bonfà (direttore tecnico Ats In-Esistente).
“E’ tempo di combattere i pregiudizi e lo stigma – ha osservato Bertelli - che ci fa percepire le persone con disabilità come incapaci di vivere in modo autonomo e di riconoscere al contrario la loro volontà e capacità di autodeterminarsi. Ma per aiutarle a vivere la vita che vogliono, la famiglia, troppo spesso lasciata sola, non basta. Volontà politica, investimenti nei servizi sociali e di prossimità, personale formato per rispondere alle esigenze specifiche delle persone con disabilità, associazioni di famiglie ben strutturate, messa a disposizione per queste esperienze di immobili di proprietà pubblica, da anni vuoti nei centri delle città. Tutti elementi indispensabili – ha continuato – di un auspicato cambiamento che passi attraverso il riconoscimento del ruolo fondamentale delle famiglie sostenendole nella necessità improrogabile di realizzare, tutti insieme, il progetto di vita personalizzato del proprio figlio, costruito con il consenso e nel rispetto di ognuno”.

“Gli Enti locali sono impegnati per sostenere e accompagnare i percorsi di autonomia, nella cornice della Legge 112 sul Dopo di noi – ha aggiunto Caprini – e con gli strumenti e le risorse che Governo e Regione mettono a disposizione, oltre a quelle garantite dal welfare locale. Sono progettualità complesse che vanno disegnate con cura, promuovendo il dialogo con tutti i portatori di interesse attraverso un lavoro di equipe sociale e sanitaria, e favorendo l’integrazione e la ricomposizione delle risorse disponibili. Si tratta di costruire un progetto di vita indipendente stabile e duraturo, che garantisca la piena attuazione dei diritti della persona con disabilità”.

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