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Nel Giorno del Ricordo rievocato il dramma delle foibe

Il sindaco Palazzi interviene nel Giorno del RicordoLe vittime delle foibe sono state rievocate anche a Mantova sabato 10 febbraio nel Giorno del Ricordo istituito in Italia nel 2004 per conservare e rinnovare la memoria di questa tragedia che ha interessato almeno 10mila italiani e ha riguardato anche l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra nella più complessa vicenda del confine orientale.

Nella prima mattinata è stata deposta una ghirlanda nei giardini dedicati alle vittime delle foibe nei presso del Castello di San Giorgio. Alla commemorazione hanno partecipato il prefetto Sandro Lombardi, il sindaco Mattia Palazzi, il presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti, il presidente della Provincia Beniamino Morselli, le autorità e i rappresentanti delle associazioni degli esuli italiani provenienti dall’Istria, dalla Dalmazia e da Fiume.

Più tardi all’Auditorium del Conservatorio Campiani, in via Conciliazione 33, si è tenuta la cerimonia commemorativa con il sindaco Palazzi, il presidente Morselli e il presidente del consiglio comunale Allegretti. Il professor Andrea Di Michele, davanti ad un pubblico formato dai consiglieri comunali e provinciali, dalle autorità cittadine, degli esponenti delle associazioni dei profughi e dagli studenti dell’Istituto Bonomi-Mazzolari, ha tenuto la prolusione dal titolo: “Il confine orientale nella storia europea del Novecento”.


Di Michele, docente della Libera Università di Bolzano e autore di ricerche sul campo e numerose pubblicazioni storiche, ha analizzato i fenomeni delle foibe e dell’esodo inquadrandoli in un contesto europeo carico di tensioni e di violenze che ebbero il loro culmine tra il 1943 e il 1945, alla fine della Grande Guerra, e che ebbero ripercussioni anche negli anni successivi con l’espulsione di almeno 250mila italiani dalla Jugoslavia di Tito.

Secondo il presidente della Provincia Morselli questi fatti sono stati dimenticati dai libri di storia utilizzati nelle scuole. “Occorre colmare questa lacuna – ha sottolineato – perché i giovani devono sapere quello che è successo per non ripetere gli errori del passato”. “Come rispondere a drammi come questi – si è chiesto il sindaco Palazzi -? La risposta va ricercata nella necessità di costruire un’Europa fondata sulla convivenza tra i popoli, nel recupero dei valori della solidarietà e della tolleranza. Il populismo e la paura dell’altro ci portano nella direzione opposta”.

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