Alla presentazione, sabato 18 giugno, sono intervenuti l'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Mantova Nicola Martinelli, il presidente della associazione Dante Alighieri Rodolfo Signorini, il vice presidente degli Amici di Palazzo Te Paolo Corbellani e la restauratrice Elisabetta Garilli della società Restauratori Associati. "Nell'anno di Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016 – ha commentato Martinelli – è un bel recupero di un'opera che ci ripropone il tema sempre attuale del rapporto tra la città e i laghi".

La targa si trova di fronte al bacino lacustre del Lago di Mezzo e celebra, con una citazione dall'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri, la città e la natura acquatica del suo territorio. I versi di Dante esaltano il paesaggio placido e tranquillizzante del Mincio e dei laghi. Era il 1959 quando il Comune di Mantova inaugurò la targa sul muro di viale Mincio. La lastra incisa, in pietra bianca di Verona, mantiene la suggestione del paesaggio primitivo, il fascino di un sito insulare dominato e modellato dall'andamento del fiume. Nel 1959 ricorreva il centenario della Seconda Guerra d'Indipendenza e si tennero una serie di manifestazioni, compresa la visita ufficiale del presidente francese Charles De Gaulle e del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Quest'ultimo partecipò anche al 54° convegno internazionale della società Dante Alighieri che si tenne nel capoluogo. In tale contesto di commemorazioni storiche e di celebrazioni, il Comune di Mantova promosse la collocazione della targa.

"Onorare la memoria" è il titolo della serie di interventi di restauro promossi dalle società Dante Alighieri e dalla associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani – che ha finanziato gli interventi - delle targhe commemorative che richiamano la storia e l'identità di Mantova. Nell'anno in cui Mantova è Mantova Capitale italiana della Cultura 2016 sono stati compiuti fino ad ora due restauri che hanno comportato il consolidamento, la pulizia e il reinchiostramento. All'intervento ha collaborato anche la restauratrice Cinzia Cavalli. Quello precedente è stato eseguito sulla facciata della Madonna della Vittoria in via Claudio Monteverdi 1 in ricordo del sacerdote don Eugenio Leoni, torturato e ucciso dai militari tedeschi nel 1943.