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Altri quattro musei si aggiungono alla Supercard Cultura 2022

I relatori alla conferenza stampaSupercard Cultura 2022: altre quattro istituzioni culturali del territorio aderiscono all’abbonamento museale dedicato ai cittadini di Mantova e provincia. Entrano a far parte del circuito i musei Tazio Nuvolari, l’Etnografico di Rivalta sul Mincio, il Polironiano di San Benedetto Po e la Galleria del Premio di Suzzara, visitabili con la card insieme a Palazzo Te, Palazzo e Tempio di San Sebastiano, Palazzo d’Arco, Bellini di Asola e Teatro all’Antica di Sabbioneta.

 Con l’ingresso di altri quattro musei del territorio si amplia la proposta di Supercard Cultura, l’abbonamento museale pensato da Fondazione Palazzo Te per tutti i cittadini di Mantova e provincia che consente di fruire del proprio patrimonio artistico al costo simbolico di 1 euro al mese.

Dal mese di luglio, entrano a far parte del circuito Supercard Cultura i musei Tazio Nuvolari, l’Etnografico dei mestieri del fiume di Rivalta sul Mincio, il Polironiano di San Benedetto Po e la Galleria del premio di Suzzara.

Inclusi Palazzo Te, Palazzo e Tempio di San Sebastiano, Palazzo d’Arco a Mantova, il Teatro all’Antica di Sabbioneta e il Museo Bellini di Asola, sale a dieci il numero dei luoghi d’arte visitabili con la card, con ingressi illimitati per un anno e numerose agevolazioni, tra cui riduzioni e occasioni speciali per assistere agli eventi artistico-culturali della città.

Alla conferenza stampa di lunedì 11 luglio nella Sala Consiliare del Comuje di Mantova sono intervenuti il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, il direttore della Fondazione Palazzo Te Stefano Baia Curioni, per il museo Etnografico di Rivalta sul Mincio Chiara Comunian (Consigliere Delegato alle politiche giovanili), per il Museo Polironiano di San Benedetto Po Marco Giavazzi, già sindaco e attuale assessore al bilancio, attività produttive e commercio, protezione civile, per la Galleria del Premio di Suzzara Raffaella Zaldini, assessore alla cultura Comune Suzzara, per il Museo Tazio Nuvolari, Giuseppe Pottocar, direttore Automobile Club Mantova, Gianni Fava, Presidente Fondazione Sabbioneta Heritage, la direttrice della Fondazione Banca Agricola Mantovana Fiorenza Bacciocchini e la direttrice dei musei civici del Comune di Mantova Veronica Ghizzi.

Fortemente sostenuta dal Comune di Mantova, l’idea alla base dell’abbonamento, pensato come un vero e proprio passaporto per la cultura, è di qualificare la presenza e creare un gruppo sempre più largo di ambasciatori del patrimonio mantovano, i cittadini stessi.

“La Supercard Cultura, rivolta ai cittadini della città e della provincia – dichiara il sindaco di Mantova Mattia Palazzi – diventa più grande con l’adesione dei musei Tazio Nuvolari, l’Etnografico di Rivalta sul Mincio, il Polironiano di San Benedetto Po e la Galleria del Premio di Suzzara, che si aggiungono a quelli già aderenti. Nel 2020 abbiamo stretto un’alleanza con il mondo della cultura del nostro territorio, ora la estendiamo offrendo nuove opportunità ad ogni mantovano che ha a cuore la propria città”.

“Supercard Cultura, il progetto di apertura e partenariato con la cittadinanza provinciale promosso da Fondazione Palazzo Te – racconta il direttore Stefano Baia Curioni – oggi condiviso da 5.500 cittadini, si arricchisce ora di altre preziose adesioni. Si costituisce così un'ampia rete di istituzioni museali che rispondono alle difficoltà di questi anni pandemici con una scelta di condivisione, inclusione, rilancio: un bellissimo segnale di civiltà per il nostro territorio cui speriamo possa rispondere un'ampia partecipazione collettiva”.

Con la partecipazione dei musei che entrano nel circuito, Supercard Cultura si conferma un’importante occasione per rafforzare ancor più il rapporto dei cittadini con i tesori artistici del patrimonio pubblico e privato del territorio, contribuendo al rilancio con azioni concrete.

“L'ingresso del Museo Etnografico dei mestieri del Fiume di Rivalta sul Mincio nel circuito Supercard Cultura – dichiara il sindaco del Comune di Rodigo Gianni Grassi – oltre che motivo d'orgoglio, rappresenta una formidabile opportunità di promozione culturale e turistica per tutto il nostro territorio comunale. Ringrazio di cuore il Sindaco di Mantova e il Direttore della Fondazione Palazzo Te e auguro un buon lavoro a tutti i loro funzionari, con i quali sarà un immenso piacere poter collaborare”.

“L'adesione da parte del Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po alla Supercard Cultura si pone nell'ottica del "fare rete" e di costruire collaborazioni sempre più fattive fra le varie istituzioni culturali che operano sul territorio mantovano – dichiara il Sindaco Roberto Lasagna –. L'iniziativa, rivolta a tutti i cittadini mantovani, si presenta quale strumento di cooperazione tra musei, per la valorizzazione delle relazioni tra gli istituti di cultura e il territorio, per la qualificazione dell’offerta di fruizione, per la promozione, per una più efficace collaborazione a livello territoriale”.

“La cultura è per tutti, e come Amministrazione abbiamo aderito con entusiasmo al circuito Supercard Cultura che rappresenta un vero e proprio passaporto per la cultura – dichiara il sindaco di Suzzara Ivan Ongari –, consentendo la conoscenza e l'accesso a tanti luoghi della cultura mantovani, in un’ottica di sinergia e reciproco scambio. Siamo pronti ad accogliere visitatori, turisti e curiosi nel nostro Museo Galleria del Premio Suzzara. Nel 1948 Dino Villani, noto pubblicitario, inventò il “Premio Suzzara”, un Premio d'Arte ma con una giuria popolare e in premio prodotti della terra. Famoso il premio costituito da un vitello, per il quale Villani conia lo slogan: “Un vitello per un quadro, non abbassa il quadro: innalza il vitello”. Nel 2002 nasce il Museo Galleria del Premio Suzzara, che oggi offre al pubblico un patrimonio di circa 1000 opere di arte contemporanea, tutte da vedere. Convinti delle ricadute positive per i cittadini di Suzzara e di tutti i Comuni aderenti al circuito, ringraziamo i promotori dell’iniziativa quali Fondazione Palazzo Te con il Comune di Mantova, Museo di Palazzo d’Arco e Fondazione Banca Agricola Mantovana”.

“Aci ha un fondamentale obiettivo istituzionale – dichiara il Direttore dell’Automobile Club Mantova e del Museo Tazio Nuvolari Giuseppe Pottocar – e tale obiettivo è promuovere il nostro territorio fornendo servizi di elevata qualità a favore degli automobilisti e più in generale dei cittadini. L’adesione all’importante e preziosa iniziativa Supercard Cultura ci consente di rafforzare il nostro ruolo di autorevole referente nel campo della mobilità, del turismo e dell'automobilismo storico e sportivo, che presso il nostro Museo Tazio Nuvolari trovano la propria sede naturale, nel 130° anno dalla nascita dell’indimenticabile Mantovano volante”.

Proposta al pubblico nel 2020 con gli ingressi open ai Musei Civici di Palazzo Te e Palazzo d’Arco, nel 2021 l’iniziativa ha raccolto l’adesione dei Comuni di Sabbioneta ed Asola.

“Sabbioneta ha aderito da subito all’iniziativa di Fondazione Palazzo Te – commenta il sindaco Marco Pasquali –; crediamo nella forza delle sinergie e nella necessità, per il futuro, di creare sempre maggiori forme di collaborazione fra istituzioni pubbliche e private, a sostegno della cultura. La Supercard è simbolo tangibile di come la sinergia fra enti diversi può produrre beneficio per il nostro immenso patrimonio e contemporaneamente creare servizi per i cittadini. Le comunità devono tornare a sentire il patrimonio come proprio, la Supercard che si amplia è un segnale positivo e un modo di condividere competenze e opportunità che va incoraggiato e sostenuto ancora e ancora. Sabbioneta lo farà di certo anche con la nuova Fondazione Sabbioneta Heritage, altro esempio di come la sinergia fra enti, istituzioni e comunità può produrre benefici per il nostro patrimonio e per il mondo che lo circonda”.

“Il Museo Bellini di Asola rinnova il sostegno al progetto del Comune di Mantova e della Fondazione Palazzo Te legato alla Supercard Cultura – commenta il sindaco Giordano Busi –, una valorizzazione del territorio con la città e oltre la città, alla scoperta dei musei e delle loro infinite storie. Visitare un museo deve diventare un’abitudine, accedervi gratuitamente ogni volta che lo si desidera attraverso questa card è una grande opportunità per tutti. Il patrimonio museale può, e deve, essere parte della nostra quotidianità, conoscendolo e apprezzandolo potrà essere quell’importante ripartenza che dopo questi anni siamo pronti ad avviare”.

Supercard Cultura è stata realizzata grazie all’importante contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana: “Fondazione Bam è lieta di rinnovare, per il terzo anno consecutivo, il supporto alla card promossa da Fondazione Palazzo Te – dichiara il direttore generale Fiorenza Bacciocchini –; con questa iniziativa, intende avvicinare i cittadini a una fruizione continuativa del patrimonio artistico e architettonico della nostra provincia”.

La card è personale, è acquistabile online sul sito fondazionepalazzote.it al costo di 12 euro (ridotto studenti: 6 euro), è valida per 12 mesi dalla data di acquisto.

Supercard Cultura: arte a dismisura

Condizioni
Valida per 12 mesi dalla data di acquisto.
Acquistabile online sul sito www.fondazionepalazzote.it o presso la biglietteria di Palazzo Te.
Riservata ai residenti nel Comune e nella Provincia di Mantova.
Costo: 12 € intero e 6 € ridotto studenti.

Cosa include
Ingressi illimitati per 365 giorni dalla data di acquisto nei seguenti musei a Mantova:
- Palazzo Te
- Palazzo e Tempio di San Sebastiano
- Palazzo d’Arco
- Museo Tazio Nuvolari

e nei seguenti luoghi d’arte della provincia:
- Galleria del Premio di Suzzara
- Museo Bellini di Asola
- Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po
- Museo Etnografico dei mestieri del fiume di Rivalta sul Mincio (Rodigo)
- Teatro all’Antica di Sabbioneta (e riduzione sul biglietto unico per la visita ai monumenti di Sabbioneta).

- Ingressi illimitati alle mostre temporanee incluse nell’iniziativa.

Agevolazioni
Accesso privilegiato a mostre ed eventi (fila “Prenotati/Abbonamenti”).
Eventi straordinari riservati, anche in collaborazione con le principali associazioni e istituzioni culturali della città.
Promozioni speciali.
Canale privilegiato per rimanere informato su tutti gli eventi di Fondazione Palazzo Te.

Come si usa
La card è personale e non cedibile.
La card ha validità di 365 giorni dalla data di acquisto.
La card va esibita in biglietteria e/o al personale dei musei ad ogni ingresso con documento di riconoscimento.

Info
www.palazzote.it

 

I musei del circuito di Supercard Cultura

PALAZZO TE

Mantova

Anticamente situato su un’isola posta al centro del quarto lago di Mantova ora prosciugato, Palazzo Te è uno dei più straordinari esempi di villa rinascimentale suburbana manierista.
L’intero complesso, decorato tra il 1525 e il 1535, fu ideato e realizzato da Giulio Romano (1499 – 1546) per Federico II Gonzaga (1500 – 1540) come luogo destinato all’ozio del principe e ai fastosi ricevimenti. Sin dall’origine il Palazzo si apriva, attraverso ampie logge, su vasti giardini destinati a rendere gradevole il soggiorno nel palazzo pensato su imitazione delle antiche ville romane.
La struttura architettonica delle facciate esterne dell’edificio è caratterizzata dalla lavorazione a bugnato delle superfici murarie e dalla presenza dell’ordine gigante di paraste lisce doriche che ne scandiscono il ritmo. All’interno il palazzo appare organizzato attorno ad un grande cortile quadrato chiuso sui quattro lati da paramenti murari a bugnato liscio scanditi dall’ordine unico di semicolonne doriche che sorreggono una trabeazione classica a metope e triglifi.
Sebbene anche esternamente si conservino tracce di zone affrescate, è soprattutto negli interni che il visitatore può apprezzare la preziosa decorazione ad affresco e i raffinatissimi stucchi che ornano la villa. L’intera decorazione degli ambienti fu realizzata su progetto di Giulio Romano che ideò non solo la struttura architettonica dell’edificio, ma anche gli splendidi cicli decorativi ad affresco, i camini, i soffitti, i pavimenti di tutti gli ambienti, curandone ogni dettaglio, per poi affidarne l’esecuzione a una serie di qualificati collaboratori.
Ospiti illustri vennero qui accolti, come l’imperatore Carlo V, che fece visita nel 1530 e nel 1532, ed il re di Francia Enrico III nel 1574.
Il palazzo, terminato nel 1535, subì un secolo dopo l’occupazione dei lanzichenecchi che misero a sacco la città di Mantova. Sulle pareti affrescate della camera dei Giganti si leggono le loro firme, datate 1631.
Veri gioielli dell’arte manierista sono in particolare la Camera di Amore e Psiche e la Camera dei Giganti.
Nelle sale del piano superiore, in origine luoghi di deposito e abitazione della servitù, sono esposte al pubblico collezioni eclettiche, direttamente o indirettamente legate a Mantova: la collezione Gonzaghesca di coni, monete, sigilli, medaglie, pesi e misure; la collezione Mondadori con i dipinti di Federico Zandomeneghi e Armando Spadini e due preziose collezioni archeologiche; la collezione egizia “Giuseppe Acerbi” e quella mesopotamica “Ugo Sissa”.

Informazioni
www.palazzote.it

Viale Te 13, Mantova
T. +39 0376 323266 | M. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orari
Ora legale
lunedì: 13.00-19.30
da martedì a domenica: 09.00-19.30

Ora solare
lunedì: 13.00-18.30
da martedì a domenica: 09.00-18.30

PALAZZO SAN SEBASTIANO
Mantova
Il palazzo fu costruito dal 1506 al 1508 per volere del marchese Francesco II Gonzaga, marito di Isabella D’Este, probabilmente per trovare un’adeguata collocazione alle monumentali tele raffiguranti i Trionfi di Cesare di Andrea Mantegna, ora ad Hampton Court e presenti nel Palazzo solo in copia. Il nome deriva dalla chiesa omonima nelle vicinanze, progettata da Leon Battista Alberti circa 50 anni prima. Venne riccamente decorato da vari artisti fra cui Lorenzo Leonbruno, Dosso Dossi e Lorenzo Costa; nonostante le manomissioni subite negli ultimi due secoli, in cui il palazzo è stato adibito agli usi più svariati tra cui caserma, lazzaretto e circolo ricreativo, sopravvivono nelle sale le decorazioni originarie, mentre i preziosi soffitti in legno dorato furono smontati già alla fine del Cinquecento per essere destinati a Palazzo Ducale ove si trovano tuttora.
Il Museo della Città si propone di raccontare i momenti più emblematici della storia di Mantova e alcuni tratti della sua grande civiltà artistica. iI Museo propone allo stesso tempo continui riferimenti in direzione della città e del suo territorio, a partire dalla segnalazione della provenienza delle opere. La sede museale ospita inoltre al suo interno il Centro Studi e Documentazione sulle Collezioni Civiche che permette al pubblico di accedere a tutte le informazioni raccolte sulle diverse collezioni comunali ospitate nel Museo della Città così come in altre sedi museali cittadine.

Informazioni
www.centropalazzote.it/musei-civici/

Largo XXIV Maggio 12, Mantova
T. +39 0376 323266 | M. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orari
lunedì: 13.00-19.30
da martedì a domenica: 09.00-19.30

TEMPIO DI SAN SEBASTIANO
Mantova
La storia della chiesa di San Sebastiano, costruita da Leon Battista Alberti su commissione del marchese Ludovico II Gonzaga a partire dal 1460, è decisamente complessa ed incerta tanto è vero che non abbiamo certezze circa la sua reale destinazione d’uso. Una delle ipotesi è che fosse pensata per diventare un sepolcro di famiglia ma non si percorse mai questa scelta. Nelle intenzioni dell’Alberti il Tempio presentava una pianta centrale, formata da una croce greca inscritta in un quadrato con tre absidi semicircolari; i quattro bracci dovevano essere coperti con volte a botte. L’impianto planimetrico si ripete in modo speculare nella chiesa inferiore, che ha un accesso indipendente rispetto all’aula superiore ma ricorda una cisterna tardoantica nella sua concezione.
In buona parte, l’aspetto attuale del Tempio di San Sebastiano corrisponde quindi alle intenzioni di Leon Battista Alberti e costituisce uno dei primi esempi di chiesa a pianta centrale del Rinascimento.
Durante il restauro eseguito tra il 1922 e il 1925, si decise di trasformare l’edificio, da tempo abbandonato, in sacrario ai caduti, alterandone profondamente la struttura: furono modificate le aperture, si procedette al rifacimento della volta sostituendone i pilastri e le basi che la sosteneva ma soprattutto si aggiunsero le due scalinate di accesso in facciata; la scala antica, infatti, tuttora esistente e risalente alla fine del Quattrocento, è posta all’interno di una loggia, sul lato sinistro del portico; in corrispondenza con le testate laterali del pronao, probabilmente Leon Battista Alberti aveva immaginato le due rampe d’ingresso al suo Tempio che non videro però la luce.
A giugno 2022, il Comune di Mantova e l’ufficio Musei hanno concluso il primo tassello del progetto di riordino delle proprie collezioni nelle sedi di Palazzo Te, Palazzo San Sebastiano e Tempio di San Sebastiano, restituendo alla chiesa l’originaria identità di monumento albertiano con l’ambizione di divenire un nuovo spazio di confronto sui temi dell’architettura. Il nuovo allestimento del Tempio di San Sebastiano riporta in questo spazio le sculture autentiche che un tempo lo adornavano e consente di porle in relazione ad altre opere affini per contesto culturale, offrendo spunti di approfondimento e un nuovo percorso espositivo alla città.

Informazioni
www.centropalazzote.it/musei-civici/

Via Giovanni Acerbi, Mantova
T. +39 0376 323266 | M. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orari
lunedì: 13.00-18.30
da martedì a domenica: 10.00-18.30

PALAZZO D’ARCO
Mantova

Nel cuore della città, a pochi passi dai celebri monumenti che raccontano la gloriosa storia dei Gonzaga, si trova Palazzo d’Arco, affacciato sulla piazza omonima con il suo elegante volto neoclassico.
Il Palazzo, ricostruito nel 1782 dall’architetto Antonio Colonna, era la residenza della nobile e antica famiglia trentina dei conti d’Arco, e fu abitato sino al 1973 quando morì l’ultima discendente della dinastia, la contessa Giovanna d’Arco Chieppio Ardizzoni.
Il fascino Sette e Ottocentesco della dimora patrizia è intatto, le sale elegantemente arredate si susseguono una dopo l’altra, nella classica infilata, sfoggiando ognuna un diverso salotto o svelando l’uso di un passato non troppo recente, come la sala di Diana, un tempo sala da pranzo, che nasconde nello spessore del muro, dietro ai preziosi dipinti del Grechetto e del Musso, l’antica credenza ancora colma di porcellane.
Tutto si è preservato: la mobilia, gli strumenti musicali nella saletta della musica in stile impero, il salotto vittoriano, l’argenteria, custodita gelosamente come un tesoro di famiglia, la preziosa quadreria che vanta nomi illustri come Porbous il Giovane, Annibale Carracci, Genovesino, Alessandro Magnasco e Giuseppe Bazzani, per citarne solo alcuni. Anche la cucina è in perfetto ordine con le pareti completamente tappezzate di rami, stampi per torte e budini e tegami di ogni foggia. Si aggiunge inoltre la biblioteca di famiglia con i suoi diecimila volumi, i manoscritti, gli incunaboli e le cinquecentine nonché le raccolte di stampe e disegni antichi e il magnifico ciclo di carte da parati francesi, Vues d’Italie de Dufour et Leroy del 1823, che adorna la sala dedicata ad Andreas Hofer.
I servizi prendono dimora sulle tavole e nei salotti, rivivono nel contesto originale come solo una casa museo può ancora offrire; gli oggetti raccontano i ricordi e le storie di chi li ha toccati e posseduti in un percorso narrativo ricco di sorprese. È questa l’essenza di Palazzo d’Arco, una dimora altamente evocativa in cui gli oggetti divengono portavoce della raffinata vita quotidiana della famiglia e delle affascinanti storie dei conti.
Attraversando il giardino romantico, oltre l’esedra, si raggiungono due palazzine tardoquattrocentesche: la prima conserva al suo interno lo spettacolare Salone dello Zodiaco, interamente affrescato dal veronese Giovan Maria Falconetto con i dipinti rinascimentali dei dodici segni zodiacali. La seconda palazzina invece racchiude il gabinetto naturalistico ottocentesco del conte Luigi d’Arco, botanico e appassionato naturalista.

Informazioni
www.museodarcomantova.it

Piazza Carlo D'Arco 4, Mantova
T. 0376 322242 | M. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orari
lunedì: 9.30-13.00
martedì: 14.30-18.00
da mercoledì a domenica: 9.30-13.00 e 14.30-18.00

 

MUSEO TAZIO NUVOLARI

Mantova

Il Museo Tazio Nuvolari è stato inaugurato nel 1985 sulla base di una precisa disposizione testamentaria del pilota, che affidò il suo patrimonio sportivo all'Automobile Club Mantova, di cui fu Presidente per ben sette anni, dal 1946 sino alla sua scomparsa.
Dal 1985 fino alla fine del 2008 il Museo fu stato collocato in un'ala del trecentesco Palazzo del Podestà, in piazza Broletto. A seguito di un'ordinanza della Pubblica Amministrazione, che per quegli stessi spazi prevedeva altri utilizzi, il Museo venne chiuso. Un'esposizione temporanea fu allestita, da settembre 2010 a dicembre 2011, presso le suggestive Sale del Capitano, nel complesso di Palazzo Ducale.
Finalmente, il 16 novembre 2012, 120° anniversario dalla nascita di Nuvolari, i cimeli e i trofei del "Mantovano Volante" hanno trovato una nuova casa nell'ex chiesa del Carmelino, in via Giulio Romano a Mantova. La nuova sede, affidata dal Comune all'Automobile Club di Mantova è stata debitamente ristrutturata al fine di adeguare i locali dell'ex Archivio storico a luogo di conservazione e fruizione delle memorie del "Mantovano volante". I lavori, condotti su progetto dell'architetto Franco Mondadori, sono stati interamente finanziati dall'associazione "Amici del Museo Tazio Nuvolari Onlus" a cui hanno aderito molti privati e aziende mantovane.
Il risultato è un dono alla cittadinanza che non solo potrà finalmente rivivere le gesta sportive di uno dei mantovani più illustri, ma anche visitare un edificio storico rinascimentale, fino ad ora inaccessibile al pubblico.

Informazioni
www.tazionuvolari.it

Via Giulio Romano (angolo via N. Sauro), Mantova
T. 0376 894391 | M. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orari
da lunedì a venerdì: solo su prenotazione
sabato e domenica: 10.00 – 18.00

 

MUSEO CIVICO GOFFREDO BELLINI
Asola


La raccolta del museo di Asola nasce dalla collezione privata del Cavaliere Goffredo Bellini, il quale ne dispose l'esposizione al pubblico nel corso degli anni Venti: alla morte di Bellini la raccolta rimase a disposizione del Comune, che ne curò la manutenzione all'interno del museo comunale. L'interesse collezionistico di Bellini si rivolse da subito e con vivacità al materiale archeologico, sia attraverso acquisizioni sul mercato antiquario (in particolare una kylix attica a figure nere e una stele funeraria egizia), sia attraverso la raccolta di reperti che, a cavallo tra la fine dell'800 e i primi del '900, si cominciarono a rinvenire copiosamente nel comprensorio territoriale a oriente dell'Adda e a sud dei laghi alpini. Alla collezione del Bellini si affiancarono nel corso degli anni altri materiali provenienti da scavi e ricognizioni nell'area, depositati presso il museo dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia. Importanti benché quantitativamente modesti sono i rinvenimenti di materiale neolitico della cultura del vaso a bocca quadrata e dei materiali dell'età del Rame (frammenti di ceramica di tipo campaniforme e di tipo Chassey-Lagozza), oltre ad alcune asce neolitiche in pietra verde dal territorio. Più significativi e abbondanti sono i materiali della cultura di Polada (età del Bronzo Antico, olle e boccali di impasto) e materiali della cultura palafitticolo-terramaricola (età del bronzo medio e recente, ceramica di impasto, bronzi, osso lavorato). Sporadici e poco contestualizzati risultano invece i rinvenimenti dell'età del ferro, anche se sono presenti materiali che trovano confronti con contesti importanti come Fontanella Mantovana per la prima età del ferro e l'Etruria padana per l'epoca arcaica, mentre sono presenti materiali molto interessanti da contesti celtici (armi, gioielli, ceramica) che trovano confronti nella importante necropoli di Carzaghetto e di Remedello. Per le epoche più recenti, oltre a materiale romano di varie classi purtroppo con pochi dati di rinvenimento (ceramica fine da mensa, ceramica comune da mensa e da cucina, anfore, lucerne, vetri, metalli, una piccola raccolta numismatica e alcune epigrafi, tra cui di rilievo un testo tardoantico con dedica di un impianto termale), sono presenti alcuni materiali da contesti di scavo: in particolare sono interessanti i complessi funerari rinvenuti nei pressi di Asola che documentano un momento avanzato della romanizzazione delle popolazioni celtiche stanziate in pianura padana (Asola, Fondo Pasquali e Sorbara, Palazzina Fiorita).
Informazioni
www.museiarcheologici.net/index.php/it/musei/22-museo-civico-g-bellini

Via Giuseppe Garibaldi 7, Asola
T. 0376 733075 | M. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orari
da lunedì a venerdì: 9.00-13.00
sabato 9.00-12.00
domenica: 15.30-18.30
chiuso tutte le domeniche di agosto

MUSEO ETNOGRAFICO DEI MESTIERI DEL FIUME
Rivalta sul Mincio (Rodigo)

Il Museo Etnografico dei Mestieri del Fiume di Rivalta sul Mincio si trova in un’ampia area verde a pochi metri dal fiume, in un antico edificio rurale completamente ristrutturato nel 2008. Il Museo è l’evoluzione del progetto “Centro Parco” – istituito nel 1996 dal Parco del Mincio con il Centro Parco delle Bertone di Goito –, una struttura espositivo-didattica agile, pur se scientificamente ineccepibile, capace di stimolare l’interesse dei visitatori per l’ambiente naturale circostante.
Il fiume Mincio infatti, nel suo percorso di una decina di chilometri da Rivalta a Mantova, forma una vasta palude di quasi 2.000 ettari, la Riserva Naturale Regionale “Valli del Mincio”, una zona umida di eccezionale interesse naturalistico e di importanza internazionale. Sempre nel 1996, una donazione al Comune di Rodigo da parte del signor Roberto Coffani di numerosi oggetti, arnesi, utensili e reperti tipici del luogo e dei mestieri che vi si praticavano, ha completato la struttura espositiva e ne ha ampliato le finalità, che da quel momento hanno compreso anche la tutela, conservazione e promozione di tale patrimonio.
Il percorso espositivo è suddiviso in diverse sezioni: le prime illustrano la geomorfologia del territorio mentre le successive ricostruiscono la storia della presenza dell'uomo, dalle palafitte, agli insediamenti Etruschi, alle regolazioni idrauliche medievali e rinascimentali, fino ai giorni nostri.
Ampio spazio espositivo è dedicato anche alla flora e alla fauna della Riserva, per fornire un'idea dell'elevato valore di biodiversità che questo complesso ecosistema racchiude.

Informazioni
www.ecomuseovallidelmincio.org

Parco del Mincio, Rivalta sul Mincio, Rodigo (MN)
T. 0376/653924 | M. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orari
lunedì: 8.30 - 12.00
da martedì a giovedì: 15.00 - 18.00
venerdì: 08.30 - 12.30
sabato e domenica solo su prenotazione

TEATRO ALL’ANTICA
Sabbioneta

Il Teatro all’Antica è un importante capitolo della storia del teatro italiano: costruito tra il 1588 e il 1590 su progettazione dell’Architetto vicentino Vincenzo Scamozzi, è il primo teatro stabile europeo. Terminato il teatro nel 1590, lo Scamozzi affermò che aveva realizzato uno spazio in grado di contenere buon numero di spettatori, con alcuni camerini disposti da un capo (foyer) e all’atro (i camerini per gli attori), nonché la zona per i musici. Munì il teatro di una gradinata destinata alla nobiltà, sovrastata da una loggia per le gentildonne. Sul palco era collocata una scena fissa formata da una prospettiva di edifici, costruiti in legno dipinto, i quali formavano una gran piazza da cui si dipartiva una via centrale. L’edificio, costruito ex novo e senza legami con strutture preesistenti, reca l’iscrizione: “Roma Quanta Fuit Ipsa Ruina Docet” (“Le stesse rovine insegnano quanto grande fu Roma”), a dichiarare al colto visitatore il legame profondo, e addirittura la matrice creativa, fra Sabbioneta e Roma.
La città moderna voluta da Vespasiano Gonzaga, ha infatti come costante modello di riferimento l’Urbe, ricca di vestigia antiche, testimonianza della gloria e della potenza dell’Impero romano. Sulle pareti laterali del teatro, in corrispondenza dell’orchestra, racchiusi dall’architettura dipinta di due archi di trionfo, campeggiano infatti vedute di Roma: a sinistra, guardando la scena, è rappresentata la piazza del Campidoglio, in cui il Palazzo Senatorio mantiene l’aspetto medievale con i due torricini laterali, mentre il Palazzo dei Conservatori, a destra, mostra già l’aspetto attuale. Di fronte è riconoscibile invece la Mole Adrianea con il ponte di Castel Sant’Angelo. Si tratta di vedute topografiche mediate dalle incisioni tratte dal volume L’antichità di Roma di Andrea Fulvio, edito a Venezia nel 1588, conservato al tempo nella biblioteca ducale.
Sull’acroterio, ovvero sulla sommità, sono collocate le statue in stucco di Ercole, Minerva, Nettuno, Bacco, Artemide (Diana), Apollo, Mercurio, Venere, Marte, Efesto, Era e Giove.
Le effigi dei Cesari sono dipinte a monocromo a figura intera sulla parete di fondo della loggia. Nelle nicchie alle estremità del colonnato si riconoscono, a destra i busti degli imperatori Augusto e Traiano, a sinistra Alessandro Magno, il più grande condottiero dell’antichità, posto a celebrare le virtù guerriere del duca di Sabbioneta.
Dal 1996 il vuoto quasi metafisico del palcoscenico è stato riempito con una fantasiosa ricostruzione della scena perduta.

Informazioni
https://www.visitsabbioneta.it/it/monumenti-luoghi/il-teatro-allantica/

Via Teatro 9, Sabbioneta
T. 0375 221044 | M. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orari
lunedì 10.00-14.00
da martedì a venerdì 10.00-13.00, 14.30-18.00
sabato e domenica 10.00-13.00 e 14.30-19.00

 

MUSEO CIVICO POLIRONIANO

San Benedetto Po

Inaugurato nel 1977, il museo ha sede negli spazi che furono i dormitori, la biblioteca e lo scriptorium dell'antico monastero di San Benedetto in Polirone, fondato nel 1007 da Tedaldo di Canossa. La finalità dell’istituzione museale è recuperare testimonianze (materiali e immateriali) della pianura solcata dal fiume Po, tra le Prealpi e l’Appennino Tosco-Emiliano. Lungo il percorso espositivo, allestito nei piani superiori, si possono ammirare oltre 13.000 oggetti. La prima parte è dedicata alla cultura materiale e alla società rurale, mentre la seconda racconta la magia, la religione popolare, le leggende e le espressioni artistiche della Pianura Padana. Il museo inoltre propone la conoscenza del complesso monastico benedettino di Polirone, che durante il Medioevo fu il punto principale della bonifica del territorio. Da non perdere la collezione di teatro di figura popolare, la sezione storico-archeologica e quella dedicata ai carri agricoli padani.

Informazioni
www.turismosanbenedettopo.it

P.za Teofilo Folengo 22, San Benedetto Po (MN)
T. 0376 623050 | M. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orari
da lunedì a venerdì su prenotazione solo per gruppi
sabato e domenica: 9.30 - 12.30 e 15.00 - 18.00

GALLERIA DEL PREMIO SUZZARA
Suzzara

Il museo nasce nel 2002. La collezione si è formata a partire dalla prima edizione del Premio di Suzzara nel 1948. L’orientamento verso la linea realista dell’arte, attenta alle problematiche sociali, fu supportato dall’idea di equiparare il valore dei prodotti del lavoro artistico, con quello contadino e operaio. Oggi il Premio, con la formula Arte-Lavoro-Impresa, rilegge la propria tradizione: gli artisti collaborano con le aziende del territorio per produrre opere d’arte come bene comune.
Il 2018 segna un anniversario importante per il Premio Suzzara, uno tra i più longevi premi d’arte in Italia; una lunga storia fatta di 49 edizioni e una collezione di oltre ottocento opere che dal 2002 sono ospitate dal Museo Galleria del Premio Suzzara. Il Comune di Suzzara attraverso il Museo ha deciso di celebrare questo importante traguardo ripensando il Premio dalle sue fondamenta, proponendo una formula innovativa che non dimentica il suo passato glorioso. Per la prima volta il Museo Galleria del Premio Suzzara invade le aziende per consolidare il rapporto tra il mondo dell’arte e quello dell’industria, coinvolgendo gli artisti e promuovendo la progettualità di cui l’arte contemporanea è capace. Le aziende e gli artisti stanno quindi trasformando il Premio Suzzara in un organismo fluido, basato su una pratica collaborativa e virtuosa, secondo il binomio ormai collaudato “lavoro e lavoratori nell’arte”. Nel ruolo di mediatore tra artisti e eccellenze industriali della città la Galleria del Premio promuove questo progetto come potente veicolo di innovazione e integrazione tra la cultura d’impresa e la poetica artistica contemporanea.

IL PASSATO
La storia industriale di Suzzara risale alla fine dell’800, quando nel piccolo centro della provincia di Mantova, arrivò la ferrovia e Francesco Casali diede il via al processo di industrializzazione della città iniziando a costruire macchine agricole. Nello stesso periodo l’Ing. Piazzalunga fondò la Scuola di Arti e Mestieri con l’obiettivo di educare la forza lavoro operaia, considerata il cuore dello sviluppo sociale ed economico di Suzzara. Il Premio Suzzara nasce nel 1948 grazie alla mente geniale del pubblicitario Dino Villani che, appoggiato dalla lungimiranza dell’allora sindaco Tebe Mignoni e sostenuto dall’apporto fondamentale di Cesare Zavattini, decise di organizzare il premio.
Tanti sono gli artisti che in 70 anni e in 49 edizioni hanno partecipato al Premio Suzzara: Armando Pizzinato, Renato Guttuso, Giuseppe Zigaina, Renato Birolli, Aligi Sassu, Domenico Cantatore, Giulio Turcato, Franco Francese, Bepi Romagnoni, Titina Maselli negli anni Cinquanta e successivamente a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 le opere di molti altri autori come Mauro Staccioli, Nicola Carrino, Giosetta Fioroni, Concetto Pozzati, Gianfranco Pardi, Gianni Colombo, furono acquisite dalla Galleria Civica d’Arte Contemporanea, che nasce a metà degli anni Settanta.

Informazioni
www.premiosuzzara.it

Via Don Bosco 2/a, Suzzara (MN)
T. 0376 513513 | M. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Orari
da martedì a venerdì: 9.00 - 13.00
sabato: 09.30 - 12.30 e 15.00 - 18.00
domenica: 15.00 - 18.00

Ultima modifica il Martedì, 12 Luglio 2022 11:44

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