E’ stata scoperta l’epigrafe dantesca sulla facciata di Palazzo Castiglioni in piazza Sordello. L’inaugurazione della lapide si è tenuta martedì 16 novembre alla presenza dei sindaci di Mantova Mattia Palazzi, di Goito Pietro Chiaventi, del presidente del consiglio comunale di Mantova Massimo Allegretti, del professor Rodolfo Signorini, del Soprintendente Gabriele Barucca e di altri esponenti del mondo della cultura mantovana.
E’ stato il Comitato di Mantova della Società Dante Alighieri a suggerire all’Amministrazione Comunale di Mantova il progetto di riproporre in piazza Sordello, sul modello di un’iscrizione perduta preesistente, una testimonianza legata alla ricorrenza dantesca del 2021, il settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta.
La lapide riporta il brano del Purgatorio in cui Virgilio incontra Sordello da Goito. Il celebre passo dantesco sancisce il legame letterario tra Mantova, Virgilio e Sordello a cui è intitolata la più antica piazza mantovana.
Il professor Signorini ha recitato il brano della Divina Commedia tratto dal VI Canto del Purgatorio, riportato sulla lapide. Lo studioso ha sottolineato che l’abbraccio tra i due poeti mantovani esalta la loro appartenenza ad una terra che ha una vocazione letteraria, artistica e culturale.
“E’ un’identità che ci appartiene – ha osservato Chiaventi -. Virgilio e Sordello sono nostri punti di riferimento per il nostro patrimonio culturale”.
L’iscrizione precedente è andata dispersa. “Apprezzo l’iniziativa del professor Signorini e il lavoro che è stato fatto – ha detto Barucca –. La lapide che scopriamo ora è migliore di quella preesistente”.
Dal canto suo, il sindaco Palazzi ha annunciato che la prossima iniziativa sarà il restauro del monumento di Virgilio nell’omonima piazza. “Il Comune – ha annunciato – sta già cercando di accantonare i soldi per intervenire nel 2022”.
Il testo riportato sulla lapide
VENIMMO A LEI: O ANIMA LOMBARDA,
COME TI STAVI ALTERA E DISDEGNOSA
E NEL MOVER DE LI OCCHI ONESTA E TARDA!
ELLA NON CI DICËA ALCUNA COSA,
MA LASCIAVANE GIR, SOLO SGUARDANDO
A GUISA DI LEON QUANDO SI POSA.
PUR VIRGILIO SI TRASSE A LEI, PREGANDO
CHE NE MOSTRASSE LA MIGLIOR SALITA;
E QUELLA NON RISPUOSE AL SUO DIMANDO,
MA DI NOSTRO PAESE E DE LA VITA
CI ’NCHIESE; E ’L DOLCE DUCA INCOMINCIAVA
"MANTÜA ...", E L’OMBRA, TUTTA IN SÉ ROMITA,
SURSE VER’ LUI DEL LOCO OVE PRIA STAVA,
DICENDO: "O MANTOANO, IO SON SORDELLO
DE LA TUA TERRA!"; E L’UN L’ALTRO ABBRACCIAVA.
DANTE
PURGATORIO CANTO VI, VV. 61-78
1321 – 2021