E' un'opera straordinaria che ha ispirato i versi di Tahar Ben Jelloun, anche lui invitato proprio in occasione di questa mostra, a collaborare per la prima volta con il Maestro. Curiosamente, questa scultura site specific rinnova l'originaria destinazione d'uso del Palazzo pensata da Francesco II Gonzaga, come luogo di addestramento e dei suoi pregiati cavalli.
L'opera è stata inaugurata domenica 28 settembre dal sindaco Nicola Sodano, che ha ripreso il costante dibattito circa il rapporto tra arte contemporanea e moderna e la possibilità di integrarle. E' intervenuto anche l'ex assessore alla Cultura Marco Tonelli che vede il cavallo come completamento dello spazio a disposizione come in una scenografia teatrale, un "cavallo assoluto", poiché visto come qualcosa di totalizzante.
Dal canto suo Lorenzo Zichichi, della casa editrice II Cigno, ha affermato che la realizzazione di un solo cavallo anziché i dieci pensati in partenza è stata una scelta maturata dall'artista. Paladino ha detto di essersi avvicinato al lavoro di Giulio Romano come suo coevo, poiché l'arte non ha date, fa solo entrare in sintonia creatività diverse. "Ho voluto cogliere qualcosa di giocoso – ha rivelato - come lo erano gli spazi di palazzo Te". La mostra di Paladino è stata realizzata in collaborazione con Valentina Bonomo.